Il pomodoro capuliato non è altro che un condimento tradizionale, tipico della cucina siciliana, a base di pomodori secchi ridotti a pezzettini, legato in particolare al territorio del comune di Vittoria, nel Ragusano. Il nome originale in siciliano indica tritato; tuttavia, in altre zone della Sicilia (anche se non nella Piana di Vittoria, dove è nato e si è diffuso), viene chiamato anche capuliata, principalmente in riferimento ad un piatto di pasta condito, mettendolo in relazione, quindi, con una bella “spaghettata”. Sfoglia il nostro ricettario e scopri le ricette che abbiamo realizzato utilizzando il capiliato di pomodoro.
Il termine capuliato assume il significato etimologico di ammorsellato o triturato, in riferimento appunto al tipo di lavorazione. Il pomodoro capuliato o il “capuliato di carne”, ossia la carne trita, il classico macinato di carne. Non si capisce bene cosa si voglia dire in questo periodo.
L’origine della parola si ritrova nel latino volgare, dove esisteva la voce capulare ossia “fare a pezzettini”. Dal latino, si è evoluta nell’aragonese con il verbo “capolar”, rimasto uguale in catalano e in spagnolo castigliano. Non a caso, ancora oggi, sia in Spagna che in Sicilia, il termine si riferisce all’ammorsellare, ossia al ridurre in pezzetti.
Ma qual è la storia del Capuliato di pomodoro?
Inizialmente in Europa il pomodoro venne usato come pianta ornamentale ed è solo nell’800 che il famoso alimento si diffuse a livello gastronomico. Si concorda sul fatto che il capuliato nasca e si diffonda da Vittoria, città dove fin dalle sue origini il territorio era facilmente sfruttabile a livello agricolo. Tra le aree di maggiore diffusione del prodotto, Vittoria è sempre stata quella con maggior produzione e tradizione dell’ortaggio, infatti proprio a Vittoria vi è situato uno dei più grandi mercati ortofrutticoli d’Italia.
Il capuliato nasce quando ancora non erano praticati i metodi di conservazione della salsa di pomodori e la coltivazione in serra di questi. La ricetta si è poi diffusa velocemente in altre aree della provincia e nella zona di Gela. A causa di un’importante carenza di pomodori in inverno, questi venivano essiccati e lavorati nei mesi caldi, tra luglio e agosto, e conservati per poi condire la pasta e il pane durante l’anno.